Eishockey Forum - Alle Jahre wieder: Bozens Geldsorgen

[Zitat] Al Bolzano servono “solo” 700mila euro per disputare la Ebel
Hockey. Knoll: «Abbiamo fatti dei passi avanti, ora il 50% di possibilità di farcela. La Provincia è disponibile»

BOLZANO. May day, may day. L’SOS arriva dall’Hockey Club Bolzano e dai suoi 82 anni di trionfi, gioie e delusioni, che nel cuore dell’estate rischiano di finire in un buio e polveroso scantinato. Un pezzo di storia della città, sportiva e non solo, che sembra ad un passo dal farsi travolgere da debiti pregressi, mancanza di liquidità e risposte con il contagocce del mondo economico. Dove finiscano le colpe di Dieter Knoll, padre-padrone del giocattolo biancorosso da un ventennio a questa parte, e dove inizino quelle di imprenditori poco sensibili al richiamo della squadra più seguita e vincente dello sport altoatesino, è argomento che viene quotidianamente discusso da chi tira avanti a “pane e hockey”, ma al momento la questione appare secondaria. Il bene primario da salvaguardare, infatti, è la sopravvivenza dell’HCB, la possibilità di vedere anche l’anno prossimo la squadra al via della Erste Bank Eishockey Liga, campionato che ha saputo risvegliare la passione di un’intera città. Ma dove eravamo rimasti? L’ultima volta che avevamo intercettato Dieter Knoll, la situazione era la seguente: «manca 1 milione di euro per partire, non abbiamo più del 40% di chance di farcela». Oggi, a una decina di giorni di distanza, il tono cambia leggermente, ma pensare che la strada sia in discesa significherebbe eccedere (e non poco) in ottimismo. «Qualche passo in avanti è stato fatto – ammette Knoll – ma restiamo ancora lontani dall’obiettivo. Cifre? Il budget per pensare di partire con la nuova stagione è di almeno 2 milioni di euro, e ce ne mancano 700mila. Siamo al 50%, ma abbiamo meno di due settimane per recuperare le risorse mancanti. Se qualche anno fa la situazione economica mi poteva consentire di ripianare personalmente i “buchi” del budget, ora le cose sono cambiate: senza garanzie non si parte, non si può partire». Tra le cifre su cui la società di via Galvani fa maggiore affidamento c’è anche quella relativa agli incassi del pubblico, che è decisamente lievitata nelle ultime due stagioni, ovvero dal momento dell’addio alla serie A e dell’ingresso in EBEL: si parla di circa 500mila euro, frutto di abbonamenti e biglietti venduti ai 2.250 tifosi che mediamente affollano e colorano le tribune del Palaonda. Proprio questa ritrovata passione popolare rappresenta una delle chiavi da utilizzare per invogliare gli sponsor a puntare con più forza sul Bolzano, squadra che, senza nulla togliere a Renon, Val Pusteria e compagnia cantante, rappresenta oggettivamente la realtà di “eccellenza” dell’hockey su ghiaccio (e non solo) made in Südtirol. Non sembrano vederla così, però, tante realtà economiche locali, che proseguono ancora la politica degli aiuti “a pioggia”: poco, ma per tutti, in modo tale da non scontentare nessuno. Il problema è che guardando anche poco più in là dei confini provinciali (oltre il Brennero e oltre Salorno, tanto per intenderci) la situazione cambia, e di non poco. A Trento, ad esempio, l’Aquila Basket è sovvenzionata in maniera “pesante” da Dolomiti Energia, addirittura si dice che a Innsbruck la Tiroler Wasserkraft “pompi” un milione di euro l’anno nelle casse degli Haie per partecipare alla EBEL. Normale, dunque, che anche il Bolzano provi a battere cassa presso gli sponsor istituzionali (o quasi) della nostra Provincia. «Il presidente Kompatscher si sta spendendo molto per la causa dell’HCB – sottolinea Knoll – e di questo voglio pubblicamente ringraziarlo. Se riusciremo a proseguire l’attività il marchio Südtirol sarà ancora al nostro fianco, così come la Forst e tutti i partner che abbiamo avuto lo scorso anno, ma il problema è che servono nuove risorse. Podini? Ho letto che si è chiamato fuori. Benko? Potrà esserci qualche segnale solo se avrà il via libera al suo progetto. Però qualcosa di positivo c’è: l’altro giorno ho ricevuto la mail di un tifoso che mi ha proposto la collaborazione con un gruppo di imprenditori per una somma compresa tra i 25 e i 50mila euro, e so che la Curva Nene Michi sta facendo una raccolta di firme ed è disposta a sostenere il Bolzano. Queste sono le cose che mi spingono a provarci ancora, nonostante tutto». Già, nonostante i conti non tornino, e nonostante la EBEL abbia indicato una deadline tutta all’italiana: sabato 20 giugno, ma con la “seconda convocazione” già indetta per la fine del mese. In ogni caso ci sono meno di due settimane per salvare la nave battente bandiera biancorossa, che a quanto pare non è l’unica realtà a rischio del panorama italiano. Voci di un forte ridimensionamento, addirittura di una possibile autoretrocessione in serie B, arrivano anche da Milano. Le due realtà più importanti dello spaghetti-hockey, sia come bacino di utenza che come pubblico, sono a un passo dal baratro: ce n’è abbastanza per aprire una seria riflessione sullo stato di salute di un movimento sempre più schiavo dei propri limiti. Territoriali, finanziari, gestionali e progettuali. Mayday, mayday. (m.b.)