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Mo. 26.03.07 - 12:48:31 Spider10 Registriert seit: Oktober 2005 Posts: 1.438 |
das sind ja nur die Fans! Aber ich könnte mir Valpe gut vorstellen in der A1! Meinungen! |
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Mo. 26.03.07 - 13:05:12 Chris084 Registriert seit: Oktober 2003 Posts: 883 Fan von: HC Eppan |
Jep! Die Fans sind wirklich fenomenal! Davon können wir in Eppan und wohl auch in den meisten anderen Stadien nur träumen! Und Valpe in der Serie A: naja... ob die Einheimischen Spieler dafür stark genug sind? Jedenfalls haben sie heuer eine tolle Truppe die sich Spiel für Spiel gesteigert hat... dafür kann man nur den Hut ziehen. |
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Mo. 26.03.07 - 13:20:15 Gianpaolo Registriert seit: Juni 2000 Posts: 11.793 |
Und mit welchen einheimischen Spielern würde Valpellice in der A1 spielen? Aber schade wegen Publikum, wäre sicher toll eine so eishockeybegeisterte Stadt in der A1 zu haben.
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Mo. 26.03.07 - 15:15:30 gekko Registriert seit: September 2006 Posts: 526 |
wie schaut es eigentlich mit der jugendarbeit von valpe aus? kommt da in den jahrenwas nach? oder wird bzw. bleibt(?) es eine söldnertruppe?
weil im moment ist es ja eine outgesourcte mannschaft vonmailand, oder? |
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Mo. 26.03.07 - 15:58:39 Lex 04 Registriert seit: September 2006 Posts: 708 |
Jo de Kurve in Valpe isch fenomenal obor schusch es Stadion isch a Top! | ||||||||
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Di. 27.03.07 - 23:35:15 lattte Registriert seit: August 2001 Posts: 259 |
zufällig gefunden vieleicht interessierts einen die Kurve live zu sehen. Hat ein Valpe Fan auf der Homepage bei Meran gepostet.
grüsse lattte |
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Mi. 28.03.07 - 00:05:46 zapò Registriert seit: November 2006 Posts: 959 Fan von: HC Meran |
Ist schon geil. So wars bei uns die Derbys 99 Nein da wars noch besser!:-):-)
Zum Thema: Hat nicht die U19 von Valpe uns im Halbfinale rausgeschmissen? |
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Mi. 28.03.07 - 00:32:10 zapò Registriert seit: November 2006 Posts: 959 Fan von: HC Meran |
Darf man so lange Sachen posten?
La Stampa. Cinquemila abitanti, ieri metà era al palaghiaccio a tifare Valpe Gli altri davanti a un maxi- schermo per la gara-2 dei playoff ANDREA ROSSI Certe sere sembra di entrare in un paese fantasma. Strade sgombre, luci spente. Silenzio. Poi prosegui lungo lo stradone che taglia in due Torre Pellice e cominci a vedere un fiume in piena che si muove compatto, scende verso il basso. C’è ressa per entrare nel tempio del ghiaccio. Dove un’intera comunità si raduna in nome della sua seconda religione: l’hockey. Ieri sera si sono infilati in 2500 e anche più, al Cotta Morandini. Più di metà paese. L’altra metà stava pigiata sulla pista del Filatoio, il vecchio palazzetto, davanti a un maxischermo, collegata via telefono con lo stadio, il cuore in gola e un sogno da inseguire che si chiama serie A1. Gara 2 della finale playoff con Merano è finita 5-3. Cinque boati che portano il nome di Mike Di Stefano, Luca Mosele, Marco Pozzi (due) e Dino Grossi. La serie è in parità. Mercoledì a Merano gara-tre sarà decisiva. Il popolo della Val Pellice è pronta a migrare in Alto Adige. Perché qui, nel cuore della comunità valdese, l’hockey è uno sport e molto di più. Cemento. Identità. Tradizione. Soffre, il pastore valdese Claudio Pasquet, appollaiato su un seggiolino in tribuna. Soffre e racconta un’anomalia italiana. «Qui siamo culturalmente e storicamente abituati a occuparci di fenomeni minoritari». Religione e hockey. Può sembrare strano – al limite blasfemo – ma c’è un filo sottile che fa da collante. «L’hockey è sport di nicchia – spiega Pasquet – e lo è anche questa valle, casa di una comunità che ha sofferto ed è stata discriminata per secoli. Che in questo sport si identifica e si sente diversa da tutto il resto. Unica. E stretta da forti legami religiosi con i popoli nordici, dove il ghiaccio la fa da padrone». Già, il ghiaccio qui l’hanno portato i protestanti scandinavi. Mustat, industriali svedesi, fine ‘800. «Si pattinava d’inverno, sul fiume ghiacciato», racconta Piero Perucca, 65 anni memoria storica di queste montagne «Gli svedesi ci fecero scoprire le lame, i pattini, insomma». Poi arrivarono i fratelli Cotta Morandini e fu la Valpe. Anno 1934. Da allora l’hockey e Torre Pellice sono stati una cosa sola. Hanno militato nella massima serie, hanno sofferto per anni nelle leghe minori. Ma il cemento è rimasto, il popolo non ha mai smesso di riempire lo stadio. E il disco si è fermato soltanto di fronte alla furia della natura: 1977 e 2000. Quando il Filatoio, lo stadio storico che sta sul bordo del fiume Pellice, fu distrutto dalla piena. «Me lo ricordo come fosse ieri», racconta Perucca. «Era il 15 maggio del ’77. Quattro mesi dopo era di nuovo in piedi. Lo tirammo su noi del direttivo, con le nostre mani. Nel 2000 fu un disastro: ci volle un anno per tornare a giocare». La squadra chiese opsitalità a Torino, ma non era la stessa cosa. La magia risiede ai piedi di queste montagne, dove valdesi e cattolici hanno imparato a vivere fianco a fianco. Gente schiva dai cognomi francofoni. Gente che mastica hockey, discute di cariche e fuorigioco come se fossero concetti universali. I fratelli Cotta Morandini, i pionieri, oggi non ci sono più. Adesso quel nome, che da queste parti reclama rispetto e gratitudine, risuona dentro il nuovo stadio: un gioiello tutto coperto e riscaldatola 2500 posti, costruito per Torino 2006. Un gioiello che fa la media spettatori più alta d’Italia. Più Milano campione d’Italia. Più di Bolzano, terra di frontiera e di ghiaccio, come Torre Pellice. Qualcuno dice che lassù sono invasati. Forse è vero, ma è passione che si tramanda di generazione in generazione. La sana follia di questa valle sta anche in un asilo nido. Si chiama «Ape maia», lo gestisce una ragazza di 27 anni che si chiama Debora Montanari. Non è un caso. Niente quassù è casuale quando si parla di hockey. Debora Montanari è portiere e capitano della nazionale femminile. Adesso che aspetta un figlio si è presa qualche mese di pausa. E quando la Valpe scende sul ghiaccio, lei tiene aperto l’asilo per chi va allo stadio. Funziona così, nella valle dei valdesi. Dove lo sport minore, per una volta, è il calcio. A Torre Pellice, il cuore di questo microcosmo di 34 mila anime, 50 ragazzi giocano a calcio nella squadra locale. A volare sul ghiaccio con una mazza in mano, invece, sono in 200. le ragazze stravedono per Mark Demetz, un armadio che arriva da Selva di Val Gardena e fa il portiere, difende la «gabbia». Gli idoli si chiamano Chris Pouget, un francese di 41 anni che ha giocato tre Olimpiadi. O Dino Grossi, il capitano, uno che ha girato il mondo, giocato una vita in Canada dove l’hockey è sport nazionale. Era in Francia, l’estate scorsa. Si beccò una maxi squalifica. Da Torre Pellice partì una telefonata. Pochi giorni dopo era qui. «Chi conosce questo sport conosce Torre Pellice – dice -. Se ne parla perfino in Francia, la chiamano la valle dove vanno tutti pazzi per l’hockey». Tutti, nessuno escluso. Non si perdono una partita. Intere famiglie. Perché è una tradizione, un rito collettivo cui tutti prendono parte e che comincia nelle scuole. «C’è un’intera politica a sostegno dell’hockey – racconta il sindaco Claudio Bertalot -. I giocatori vengono in classe a insegnare i fondamentali, i ragazzi sotto gli otto anni entrano gratis alle partite». Una delle anime di questo miracolo si chiama Mauro Ferrando, ha 52 anni. Da due è il presidente della società. Era uno degli sponsor. Poi, come quasi sempre accade da queste parti, il cuore ha preso il sopravvento. Oggi segue ogni gara da solo, appoggiato a una balaustra a bordo pista. Aspetta i suoi ragazzi sulla soglia del ghiaccio e li carica uno ad uno. Capofila di un’intera comunità. Capofila di un esercito di cento volontari. Gente che vende magliette, stacca biglietti, si sobbarca infinite trasferte in Alto Adige. Gente come Mauro Vignolo, lo speaker che sbraita per 60 minuti al microfono e quando c’è da caricare la folla sfodera il dialetto. Gente che non smette di urlare un solo secondo. E a fine gara salta in piedi e batte la mani, si vinca o si perda. Ieri sera si è vinto. E per le strade di Torre Pellice sono cominciati i caroselli. Come se fosse già A1. E invece c’è ancora da lottare. |
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Mi. 28.03.07 - 00:49:55 icebreaker Registriert seit: Juni 2001 Posts: 557 |
[Zitat] genau. real torino hat meran im halbfinale mit 1:4 und 3:4 n.p. geschlagen. im finale allerdings bezog man von den bärenstarken sterzinger eine klare 7:1 klatsche im ersten spiel. markus gander glänzte mit einem hattrick. damit ist er zur zeit der beste torjäger der u19 mit 37 treffern in nur 23 spielen bei 30 assist und 81 strafminuten. zu bemerken: die ersten vier spieler der skorerliste in der u19 sind alles sterzinger: 1. wieser florian 87 (34+53), 2. stofner hannes 80 (30+50), 3. gander markus 67 (37+30), 4. mair patrick 59 (19+40). so kanns weitergehen in sterzing mit der jugendarbeit |
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Mi. 28.03.07 - 08:37:40 store Registriert seit: Oktober 2004 Posts: 441 Fan von: Rittner Buam |
Also wenn ich ehrlich bin habe ich beim Text von zapò Gänsehaut bekommen...einfach unglaublich... | ||||||||
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Mi. 28.03.07 - 13:59:20 Fixus Registriert seit: April 2006 Posts: 259 Fan von: HC Gherdëina |
Jo fix! Eishockey tat sich oanfoch viel mehr popularität in italien verdienen, isch viel spektakulärer als Fusboll!!
Schod dass i net dei Derbys vor 25 Johr erlebt hon. (Gröden - Bozen) |
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Mi. 28.03.07 - 21:22:10 pattt Registriert seit: Februar 2007 Posts: 562 |
[Zitat] ging mir genauso! VALPE = EINE WAHRE BEREICHERUNG FÜR DIESEN SPORT! Gehört meiner Meinung nach in die A1, auch wenn ich hoffe, dass ein Südtirolerverein (sprich HC Meran) die Meisterschaft gewinnt... |
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Mi. 28.03.07 - 23:41:55 Madmax25 Registriert seit: Januar 2007 Posts: 912 |
Ich glaube, das ist einer der wenigen Beispielen in der A2, wo Fans, Spieler und Verein ein kompaktes Team bilden!!!
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