Eishockey Forum - Das ewige Thema Italos in der A.A. von heute

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Fr. 20.08.10 - 17:37:48

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[Zitat] L’oriundo torna di moda. Dopo l’infornata “originale” di italo- canadesi e italo-americani degli anni Ottanta, esauritasi ormai un po’ di tempo fa, le squadre del nostro campionato hanno ripreso a puntare forte sui “paisà”. Un avvertimento: scordatevi di vedere gente del calibro di Jim Corsi o Gates Orlando. L’Italia non è più un punto di arrivo per figli e nipoti di immigrati, ma un punto di partenza per chi vuole spiccare il volo verso una carriera europea di buon livello. Per tutti quelli che abbandonano il sogno della Nhl, e hanno sangue italiano nelle vene, il vecchio continente è una grande opportunità. Per un sacco di buoni motivi: si guadagna parecchio di più che nelle minors nord-americane, e si gioca almeno il 30% di partite in meno. Insomma, più soldi e meno stress. Le squadre di A1 hanno a disposizione 8 punti per i cosiddetti transfer-card, con la differenza che ogni straniero occupa un punto, e ogni oriundo solo mezzo punto. In soldoni: più “italo” significa quasi automaticamente più stranieri. La strada maestra l’ha indicata l’Asiago: dileggiato da molti per aver portato sull’altopiano vagonate di giovani “paisà”, molti dei quali sono peraltro tornati in Nord-America senza lasciare rimpianti, nell’ultima stagione si è rifatto alla grande vincendo il campionato. Grazie alle parate di Daniel Bellissimo, alla difesa di Nick Plastino, Carter Trevisani e Matt DeMarchi, e ai gol di John Parco, Dave Borrelli (peraltro ancora in attesa del passaporto), Ralph Intranuovo, Vince Bellissimo e Joe Zappala. Con il cambio di regolamento, avvenuto l’estate dello scorso anno, la presenza di oriundi nel nostro campionato è cresciuta del 25%: dai 24 della stagione 2008-2009 ai 32 del 2009- 2010, compresi i due top-scorer della serie A1, ovvero Rob Sirianni e Luciano Aquino. La tendenza sembra non cambiare neppure quest’estate: siamo già a quota 23 giocatori canadesi o americani con origini italiane. «L’accordo tra le società sul regolamento - spiega il coach del Val Pusteria Stefan Mair - ha indubbiamente favorito l’arrivo di nuovi italo, consentendo da un lato a società senza un vero e proprio vivaio, come il Valpellice e il Pontebba, di mettere insieme buone squadre, e dall’altro di tenere sotto controllo i prezzi dei giocatori locali. Per gli oriundi il nostro campionato rappresenta una rampa di lancio verso leghe più prestigiose, e per le squadre italiane diventa più facile ingaggiare giocatori di buon livello, come è successo a noi con Rob Sirianni». Dopo due anni consecutivi di militanza nel nostro campionato, tra l’altro, per i giocatori in possesso del doppio passaporto si aprono anche le porte della nazionale: pur senza gli eccessi degli anni Novanta, il Blue Team può contare ancora su almeno una decina di oriundi. La politica degli “italo” quest’ anno è stata abbracciata anche dal Bolzano, che ha messo sotto contratto Rosario Ruggeri, Chris D’Alvise, Nick Mazzolini e Mike Souza (papà portoghese, mamma di Avellino). Il Val Pusteria ha affiancato Nate DiCasmirro a Rob Sirianni, e anche il Renon, dopo Tuzzolino, ha pescato l’ex Cortina Ryan Watson.
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